Ogni giorno migliaia di italiani si trovano a dover affrontare il fisco per debiti non sanati negli anni precedenti ma non tutti hanno la “fortuna” di poter evitare il pagamento nonostante una notifica arrivata sulla pec. Perfino un debito di circa 1,5 milioni di euro può essere cancellato se la Pec non era inserita nei pubblici registri. Ha del clamoroso il caso di un imprenditore umbro che, come riporta Perugia Today, ha potuto sollevare questa eccezione che potrebbe creare un precedente giurisprudenziale.
“L’imprenditore, difeso dall’avvocato Alessandro Bacchi, aveva ricevuto una serie di ingiunzioni di pagamento, per tasse non pagate e contributi non versati tra il 2005 e il 2019, per un ammontare di 1.4 milioni di euro. Secondo la difesa, però, quelle cartelle esattoriali non sarebbero mai state notificate in maniera corretta e, per estensione, l’imprenditore non ne avrebbe mai avuto conoscenza- scrive Perugia Today -. La Commissione tributaria ha citato la Cassazione laddove, quando si parta di posta elettronica certificata, ha ritenuto che per essere valida, la notifica debba provenire da caselle iscritte ai pubblici registri. Quella utilizzata dall’Agenzia delle entrate per notificare le cartelle esattoriali all’imprenditore non sarebbe valida. Una ‘nullità insanabile’ per i 71 avvisi di pagamento tra Iva, Irap, Irpef Tari e altre imposte. L ’azienda, inoltre, aveva iniziato a far fronte ai pagamenti usufruendo di rateizzazioni e rinvii, ma poi il Covid ha bloccato tutto, facendo accumulare anche gli interessi sulla cifra iniziale”, conclude il quotidiano umbro.
Per casi analoghi e per tutto ciò attinente alle cartelle esattoriali e ai difetti di notifica, il team di Cartella no Problem mette a disposizione fiscalisti e avvocati.