Repubblica Napoli, 12 ottobre 2021
di Giuseppe Pedersoli
Col sindaco Gaetano Manfredi tante donne nelle liste, ma poche in Consiglio comunale. Nove donne e trentuno uomini, più – naturalmente – il primo cittadino. La composizione della giunta, che pare sia imminente, sarà sufficientemente rosa? La legge sulle quote di genere si è rivelata inadeguata. Stabilire che la percentuale massima di candidati dello stesso genere sia del 60 per cento, non significa nulla. Anche gli ordini professionali, letteralmente bacchettati da Tar e Consiglio di Stato, hanno dovuto rivedere, anzi: ri –disegnare le liste di candidate e candidati per il rinnovo del consiglio. Ma quello che conta, come si sa, è il risultato finale. Se, con un esempio paradossale, in una coalizione per le amministrative ci sono, tra le varie liste, in totale cinquanta uomini e cinquanta donne, può accadere che con il meccanismo delle preferenze i 24 seggi spettanti a chi ottiene il premio di maggioranza siano attribuiti tutti ad uomini. Ed ecco interpretata la legge, dribblando il rispetto delle quote. La vera parità di genere sarà ottenuta quando le percentuali minime saranno stabilite per la composizione dell’organo volitivo e di quello gestionale. In Parlamento, per intenderci, dovrebbero sedere almeno il quaranta per cento di donne ma anche il Governo dovrebbe avere almeno il quaranta per cento di “ministre” e “sottosegretarie”. Parimenti, a via Verdi dovrebbero “entrare” almeno sedici signorine o signore, così come la Giunta di Manfredi, da quest’ultimo nominata, sarebbe auspicabile fosse colorata di rosa in modo adeguato. Riconosco che quanto proposto costituirebbe una vera e propria rivoluzione culturale, che tra l’altro necessita di opportune modifiche legislative, ma è anche l’unico modo per rispettare concretamente la parità di genere. Le donne, in Italia, hanno votato per la prima volta soltanto nel 1945, nella progredita Svizzera nel 1971. La strada, evidentemente, è lunga e lastricata di difficoltà. In questa tornata elettorale, come ha titolato Repubblica giorni fa, “Cercasi donne sindaco nelle grandi città, ai ballottaggi non arriva nessuna candidata”. Un dossier del Viminale ci fa sapere che dei candidati sindaco nei Comuni capoluogo, soltanto il 17,2 per cento erano donne. Se vogliamo vedere la situazione rosa e non nera, ricordiamo che Napoli, nel 2001 ha avuto la prima “sindaca”, Rosa Russo Iervolino, cinque anni prima di Letizia Moratti a Milano. Ma il primato non soddisfa. Non si è ancora visto un Presidente del Consiglio in tailleur e lo stesso dicasi per il Presidente della Repubblica. La tavolozza dei colori è nelle mani del sindaco Manfredi. Vediamo in quale colore intingerà il pennello per la sua Giunta.