Repubblica Napoli, 22 dicembre 2020
di Giuseppe Pedersoli
Se ti chiedono di pagare l’Imu o la Tari per il Maschio Angioino, come ti comporti? Strappi la richiesta o, se sei pignolo, presenti un’istanza di annullamento. Per i soliti disguidi, magari collegati alle difficoltà del covid-19, non ricevi risposta e, inesorabilmente, ti arriva una cartella esattoriale, maggiorata di sanzioni e interessi. Un po’ ti preoccupi e presenti nuovamente l’autotutela. Questa volta ti risponde Sapna, la società che all’epoca gestiva la Tarsu (oggi Tari) per conto del Comune di Napoli: ci dispiace, lei non ha impugnato l’atto precedente e, quindi, la pretesa è diventata definitiva (“si è consolidata”). Se sembra un aneddoto divertente e paradossale, sappiate che non lo è affatto. La signora A.G. mi ha autorizzato a raccontare la sua disavventura. Anni fa si vide chiedere il pagamento della Tarsu per gli anni 2011 e 2012, tassa relativa ad un garage che non è suo. Inoltre, questo immobile è locato ad un tale che, per l’appunto, vi gestisce un garage. Il tutto con contratto di locazione regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate. La signora G. ha commesso un solo errore: ritenendo di vivere a Ginevra o a Stoccolma, si è fidata della Pubblica Amministrazione ed ha chiesto, per tre volte, l’annullamento della richiesta con la classica istanza in autotutela. Niente da fare. L’atto si è consolidato, risponde il muro di gomma della pubblica amministrazione. Ad oggi il debito della signora G. ammonta a circa 25mila euro. Si proverà ad annullare la richiesta con un ricorso, ma la signora è stata avvisata: probabilmente i magistrati tributari giudicheranno nello stesso modo della solerte funzionaria di Sapna: atto precedente non impugnato, atto successivo non impugnabile. Un mio saggio collega sostiene, da sempre, che se il Fisco italiano ti notifica un atto dove c’è scritto che sei il Papa e tu non proponi ricorso, per il Fisco tu sarai Papa fino alla morte. Alcune recenti sentenze di Cassazione hanno iniziato a squarciare il muro di questa norma assurda (l’art. 19 del decreto legislativo sul contenzioso tributario), ma è solo una luce molto fioca in fondo al tunnel. Fate attenzione, se non proponete ricorso nei termini, rischiate di pagare la Tari per il Maschio Angioino e di affacciarvi la domenica su Piazza San Pietro, tutti vestiti di bianco. Siamo in Italia, un Paese straordinario. Per sua fortuna, il Santo Padre risiede in Città del Vaticano.