Le due parole iniziano, entrambe, con la lettera “B”: bonus e boomerang. La regione Campania ha erogato milioni di euro ai professionisti in difficoltà economica per la pandemia. L’iniziativa è stata lodevole, ma oggi la burocrazia mette al tappeto chi ha incassato i mille euro del bonus fortemente voluto dal riconfermato presidente Vincenzo De Luca. I professionisti che hanno beneficiato dell’agevolazione, decisa dalla Giunta regionale il 7 aprile scorso, con la delibera n. 171, si sono visti recapitare una “pec” dal tono minatorio o, quanto meno, irrispettoso delle norme. I requisiti stabiliti in delibera dovranno essere dimostrati con la dichiarazione dei redditi e con il “modello di inizio attività”. I due documenti dovranno essere trasmessi, entro il prossimo 30 ottobre, attraverso la piattaforma telematica https://coniprofessionisti.regione.campania.it. Funzionari e dirigenti del Governatore De Luca, però, non si sono resi conto di aver violato almeno una norma e hanno lasciato intendere di non conoscere il calendario delle scadenze fiscali. La norma violata è quella prevista dalla legge 241 del 1990, quella sui procedimenti amministrativi citata un po’ ovunque, anche nei moduli per i certificati rilasciati dal Comune: la pubblica amministrazione non può chiedere dati e documenti che già conosce, di cui è già in possesso. In altre e più semplici parole, la regione Campania avrebbe potuto chiedere all’Agenzia delle entrate la verifica dei dati dichiarati dai beneficiari del bonus. A ciò si aggiunga che, proprio in virtù dei problemi creati alle attività economiche dal coronavirus, quest’anno la scadenza per l’invio delle dichiarazioni dei redditi è stata posticipata al 30 novembre. Delle due, l’una: o in regione non conoscono le scadenze del fisco, oppure si disinteressano delle stesse e costringono commercialisti e intermediari ad anticipare la trasmissione delle dichiarazioni. Eppure c’è stata una sorta di collaborazione, di tavolo di concertazione tra l’ente locale e l’ordine dei commercialisti. Forse è saltato. Nessuno ha chiarito agli uomini di De Luca che l’erogazione di un bonus non può diventare un boomerang che spaventa il popolo delle partite Iva.
Repubblica Napoli, 14 ottobre 2020
di Giuseppe Pedersoli